Oggi l’esplorazione del mondo dei libri ed albi illustrati mi porta verso uno spunto che mi sta particolarmente a cuore:
“La prima volta che sono nata”
(V. Cuvellier, C. Dutertre – Ed. Sinnos)
Copertina del libro: raffigura una bambina ad occhi chiusi che vola serena insieme alla sua ombra a forma di uccello.
Albo illustrato assolutamente dedicato alle neomamme, in particolare di bambine (provvederò a segnalare testi equivalenti per i papà e per i figli maschi!). Diventare madre è un viaggio incredibile per ogni donna che desideri intraprenderlo, ogni coppia ed ogni bambino, che incrociano continuamente se stessi e le loro esistenze. Che sia la prima o la quarta gravidanza, l’esperienza e l’emozione non sarà mai del tutto identica alle precedenti… più probabilmente sarà una nuova prima volta!
Quante “prime volte” hanno segnato la nostra crescita: possiamo pensare che ogni istante della vita sia il primo che viviamo a quel modo. Cosa è accaduto lasciandosi andare alle nostre prime volte? Un fiume in piena di eventi ed esperienze, un susseguirsi di scelte che ci hanno portato fin qui! A volte più o meno consapevoli, a volte banali, a volte difficilissime da compiere, a volte scelte cruciali, a volte quotidiane… In ogni caso esperimenti di vita, con cui mettersi alla prova e crescere attraverso l’esperienza in prima persona, quello che facciamo tutti.
Il libro, con immagini curate e frasi essenziali o molto ricche, accompagna con ironia e semplicità il lettore nel viaggio di una bambina appena venuta al mondo, che racconta in prima persona alcune tappe cruciali della sua crescita: ricordi indelebili, istanti comici, incontri, paure… in cui è veramente facile riuscire ad identificarsi.
Pagina dell'albo: "La prima volta che ho giocato a pallone ero da sola. Ho vinto". Raffigura la bambina protagonista che corre e gioca con se stessa in un campo da calcio.
Mano a mano che le fasi della vita della protagonista si susseguono, cambiano le sue sfide, il significato che lei attribuisce alle stesse e alle sue passioni e relazioni. Tra le righe si intravedono messaggi spesso di una certa portata anche per noi adulti. Pillole di filosofia in un linguaggio di bambino, così facili da cogliere e al contempo così profonde. Scorrendo le pagine e assaporando l’insieme, è facile collegarsi ai propri ricordi, andare a pescare flash dell’infanzia, dei giochi, delle avventure, delle sconfitte, dei traguardi… Come se stessimo sfogliando un personale album di fotografie e disegni di famiglia che ci riporta al nostro Sé bambino o bambina: giocoso, spontaneo, timido, irrequieto, qualunque esso sia stato.
Pagina dell'albo: "La prima volta che ho camminato, sono caduta. La prima volta che sono caduta, mi sono rialzata. La prima volta che mi sono rialzata, ho camminato.
La protagonista col trascorrere del tempo si fa grande, adulta… E approdiamo con lei ad un finale “a sorpresa” commuovente e intenso che non voglio svelare, testimonianza del continuo “accadere” della vita in un ciclo naturale mai uguale a se stesso! Questo albo può attraversare le generazioni. Mi fa pensare ad un simbolo che si tramanda di madre in figlia, come un gioiello di famiglia o l’antico corredo, qualcosa che crea e rinsalda i legami affettivi, riempiendoli di significati personali. L’impronta con cui il libro è stato pensato e scritto, come dicevo all’inizio, è fortemente femminile… Ma credo possa senza dubbio toccare nel profondo anche la controparte maschile (papà, fratelli, nonni…), se si lascia trasportare in quello che può essere un assaggio dell’universo femminile delle loro compagne/mamme/sorelle… con cui andare a braccetto.
Buona lettura!
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