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Raccontare la disabilità e non solo…

Può capitare davvero a tutti che qualche problema ci “caschi improvvisamente sulla testa”! E’ quello che è accaduto ad Antonino, il piccolo protagonista di questa storia curiosa:

“Il pentolino di Antonino”

(I. Carrier – Kite Edizioni)

Copertina: Antonino, un piccolo ippopotamo, trascina dietro di sé il suo pentolino rosso.

Lui trascina sempre con sé il suo pentolino, oggetto insolito, simbolo sia delle difficoltà quotidiane che non lo abbandonano mai, sia delle caratteristiche personali, che rendono Antonino unico e diverso da tutti gli altri. Solo lui ha QUEL particolare pentolino: non è semplice da gestire, lo impaccia nei movimenti e negli spostamenti, si frappone a volte nel rapporto con gli altri che lo guardano con imbarazzo o con paura o infastiditi o semplicemente curiosi… Quel pentolino può rendersi così evidente da oscurare tutto il resto.

Pagina dell'albo: Antonino e il suo pentolino passano in mezzo a una mamma e un bambino, incuriositi... "Ma spesso la gente vede soltanto il pentolino che lui trascina dappertutto. Lo trova strano..."

Antonino però non è solo questo: è affettuoso, sensibile, divertente, ha tante passioni, ha molte qualità personali, alcune piacciono altre un po’ meno com’è normale che sia. Ci sono giorni in cui vorrebbe tanto sbarazzarsi di quel piccolo/grande peso che porta con sé, ma non è possibile. Ci sono giorni in cui vorrebbe nascondersi da tutto e da tutti…

Sarà l’incontro con qualcuno di importante, sensibile e speciale come lui a restituirgli non solo l’allegria ma soprattutto la POSSIBILITA’ e la speranza, a permettergli di scoprire che se il pentolino non si può eliminare, si può trasformare da nemico in alleato, da limite in risorsa. Con l’aiuto e la collaborazione di tutti.

Pagine dell'albo: la "persona speciale" che Antonino ha conosciuto canta con lui "Fra Martino campanaro", giocando col pentolino sulla testa. "Fortunatamente esistono persone straordinarie. Basta incontrarne una".

Cosa si fa quando siamo chiamati a convivere con difficoltà quotidiane a volte pesanti e ineluttabili? Come si può stare accanto, specialmente ai bambini che si trovano in situazioni simili? Come favorire un’inclusione che sia realistica e rispettosa delle diversità e delle possibilità delle persone? E ancora: come raccontare tutto questo entrando in punta di piedi e valorizzandolo?

L‘ASCOLTO è un primo, fondamentale ingrediente. Ascolto delle reali esigenze di Antonino, che siano concrete (Ho bisogno di aiuto per fare qualcosa) o emotive, (Mi sento escluso/impaurito/in difficoltà…) i piani si intrecciano e sono ugualmente degni di essere accolti e sostenuti. Ascolto che comprende anche i vissuti, le necessità e i bisogni di chi ogni giorno è al fianco di Antonino: la sua famiglia, gli insegnanti, gli eventuali operatori…

E’ essenziale prendersi cura di chi si prende cura, per limitare stress, malessere diffuso, peggioramento della qualità di vita e per favorire un buon LAVORO DI SQUADRA. La rete di supporto è parte integrante del processo di aiuto. Le “persone straordinarie” che entrano in gioco possono essere tante:  i genitori, i fratelli, gli educatori (nella storia è proprio una maestra* che cambierà il corso degli eventi), i medici e tutto il personale socio-sanitario che ruota attorno a determinate situazioni, gli psicologi! Operare in sinergia con le proprie competenze verso un fine comune può ottimizzare i risultati e distribuire le fatiche che il percorso richiede.

Pagina dell'albo: Antonino e la maestra si abbracciano con affetto: "Grazie"!

Credo che questo albo possa essere una via di comunicazione immediata e semplice da utilizzare anche in contesti molto complessi. Il pentolino che Antonino porta con sé è metafora di qualsiasi condizione umana che in qualche modo “pesi” o sia di ostacolo e di intralcio alla persona che lo trascina: una disabilità fisica o psichica; un incidente o una perdita gravosa; un modo di essere e una condizione esistenziale che fanno sentire esclusi, ai margini

In questo senso, siamo tutti coinvolti: ognuno con il proprio pentolino da portare, da trasformare in strumento di distinzione personale che può fare davvero la differenza, in positivo!

[*Insieme all’albo è possibile acquistare anche un Manuale-quaderno pedagogico dedicato agli educatori: “Educazione, pentolini e resilienza. Pensieri e pratiche per co-educare nella prospettiva della resilienza a scuola”, M. Ius, P. Milani, Kite Edizioni]


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